Il diritto di provocare

Il diritto di provocare (The Right to Provoke), è un documentario del 2016 di Mátyás Kálmán e Róbert Bordás prodotto da TASZ / HCLU (Unione Ungherese per le Libertà Civili).

Il diritto di provocare segue la storia di Andrea Giuliano, attivista, artista e fotografo italiano diventato vittima di diversi crimini di odio in Ungheria a causa del suo attivismo e di una parodia diretta contro gruppi neonazisti e ultra-cattolici durante il Budapest Pride del 2014.

La vicenda di Andrea Giuliano

Dopo aver ricevuto centinaia di minacce gli è stata messa una taglia sulla testa. Ha dovuto cambiare casa diverse volte per motivi di sicurezza e si è dovuto difendere da diversi tentati attacchi. Solo perché si è arrogato il diritto di provocare la censura.

Nel 2015 ha inoltre perso il lavoro ed è stato prima accusato di vilipendio, poi processato per diffamazione. Sempre nello stesso anno è stato anche vittima di un grave attacco che ha causato una nuova ondata di odio nei suoi confronti, rendendolo ufficialmente persona non gradita nel paese. Le autorità hanno rifiutato di intervenire, respingendo le sue molteplici denunce e lasciandolo allo scoperto e in pericolo.

Lo stallo delle procedure legali

Andrea Giuliano e TASZ hanno deciso di rivolgersi alla CEDU (Corte europea dei diritti dell’uomo). Sottolineano la necessaria distinzione tra libertà di espressione e crimini dettati da esplicita discriminazione omo-bi-transfobica, incitamento all’odio e abuso di potere.

Nonostante il suo caso abbia ricevuto eco internazionale, l’attenzione nei confronti della sua storia sta scemando e da Strasburgo non ci sono notizie. Da ormai due anni aspettano un segno, e solo una forte pressione dell’opinione pubblica potrebbe accelerare i tempi.

Andrea Giuliano ospite di Bergamo Pride

Andrea Giuliano, Il diritto di provocare e la sua storia saranno ospiti di Bergamo Pride 2018, in occasione di una cena vegana organizzata per domenica 13 maggio alle ore 19.00 presso la Kascina Autogestita Popolare Angelica “Cocca” Casile, in collaborazione con lo spazio anarchico Underground.

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