Fontana: niente patrocinio ai Pride della Lombardia

Il neo Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana si schiera contro i Pride lombardi. Ha le idee chiare: niente patrocinio ai Pride dalla Regione Lombardia.

 A Fontana, ma anche a coloro che pur dichiarandosi Lgbt* friendly pensano che il Pride sia una carnevalata, vorremmo ricordare che quando alcune persone sono private dei loro diritti e sono oggetto di violenza e discriminazione, l’unico modo per ottenere una reale emancipazione è quello di diventare visibili agli occhi della società, affermando la propria esistenza e denunciando la propria condizione di oppressione.

Il valore politico dell’essere LGBTQI+ oggi

Quindi no, il non essere eterosessuali e cisgender non è una questione che deve rimanere personale. Al contrario, è una questione che con sempre maggior forza renderemo pubblica e porteremo all’attenzione della società, con o senza il patrocinio delle istituzioni. Perché non siamo disposti ad assistere in silenzio agli ennesimi casi di ragazze e ragazzi LGBTQI che vengono emarginati, picchiati, derisi, bullizzati, cacciati di casa dai genitori o persino indotti al suicidio.
Perché non siamo disposti a ignorare l’esistenza dei bambini e delle bambine senza diritti delle famiglie arcobaleno. Non siamo disposti a tacere di fronte a un presidente di Regione che, invece di dimostrarsi il presidente di tutte e di tutti, fa discorsi sulla difesa della razza bianca, disprezza la parità di genere e si arroga il diritto di decidere quali siano le famiglie vere e quali no.
Forse Fontana ha ragione nel dire che il Pride è un evento divisivo. Sì, perché il Pride permette di distinguere tra chi sta dalla parte del privilegio e dell’oppressione e chi invece sta dalla parte dei più deboli e degli oppressi.
Noi abbiamo scelto da che parte stare.
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